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Tomorrow is the day!

Domani è il D-day! Yeah!!! Conoscerete finalmente Sara e Ethan! Qui sotto un esilarante scambio di battute tra i due.

 

Le pareva di rinascere. Si trovava in penombra, circondata da mille aromi nuovi, cullata da una strana musica in cui il rumore del mare era quasi uno strumento musicale.
«Notevole, vero?», le chiese all’improvviso una voce a qualche metro da lei. Si trattava di un timbro che aveva già sentito altre volte. Non esattamente familiare, ma nemmeno quello di uno sconosciuto. E come per incanto le sue palpebre, così rilassate un secondo prima, si aprirono di scatto facendole capire dove si trovasse davvero. Come diavolo aveva fatto ad addormentarsi
sdraiata su di un lettino da massaggio? Si sollevò il minimo indispensabile, bene attenta a non scoprirsi. Per fortuna, una volta finito, la ragazza dalle sapienti mani le aveva coperto la schiena con un secondo asciugamano. Quello che lei ora stringeva tenacemente, terrorizzata all’idea di rimanere senza uno scudo.
«Non per farmi gli affari tuoi, ma come fai a spogliarti di fronte al tuo ragazzo?», la prese in giro Ethan.
Sara si astenne dal precisare di essere una timida, perché si rendeva conto di essere una “timida selettiva”: quando c’era da battagliare era sempre in prima linea, quando invece si trattata di spogliarsi faceva passare avanti tutti gli altri.
Ma proprio tutti. Chi aveva inventato il sesso al buio era un genio, a suo modesto parere.
Il suo corpo non era male, ma nemmeno avrebbe potuto aspirare a diventare una modella di Victoria Secret’s. E aveva il sospetto che non fosse il caso di aggiungere liberamente altre frecce all’arco del nemico, svelandogli cosa la infastidiva.
«Permettimi di farti notare che in quel caso avrei molta più familiarità con la persona interessata di quanta non ne abbia con te», si difese.
Lui si mise a sedere sul lettino da massaggio e rise divertito. «Che risposta da avvocato!».
«Questo sono, fino a prova contraria…».
«Quindi esiste un signor avvocato da qualche parte, per cui improvvisi spogliarelli al buio?», non resistette a chiederle.
Sara finì di coprirsi da capo a piedi, riprese possesso del suo accappatoio e lo strinse come se la sua vita dipendesse da quel gesto. «Non uscirei mai con un avvocato», rispose serissima.
Ethan si sentì di nuovo incuriosito da tanta convinzione. «E perché mai?»
«Non sono proprio il mio genere di partner. Sì, lo so a cosa stai pensando e sì, non dirlo», lo zittì con lo sguardo prima che lui riuscisse a farle notare la stranezza della sua affermazione.
«Leggi pure nel pensiero?», la prese in giro.
«Pare che stia iniziando a leggere nel tuo. Fossi in te inizierei a preoccuparmi».
«Ok, quindi niente fidanzato avvocato. Allora cosa fa? Il medico? Il veterinario?», continuò come se niente fosse.
Sara sospirò. «Ma cosa te ne importa? Io non mi permetto mica di farti domande personali».
«No, tu passi solo le giornate a controllare ogni mia piccola spesa. Direi che è molto peggio… Forza, accontentami, almeno per riequilibrare un po’ questo nostro rapporto completamente a tuo vantaggio. Cosa fa? Lo spogliarellista oppure il domatore di leoni?», rise.
«Se tu rimanessi nei limiti di spesa prefissati, le cose potrebbero anche migliorare», rimarcò lei, non riuscendo a rimanere del tutto seria di fronte alle sue ultime parole.
«Dettagli, dettagli. Non sviare il discorso. Non sei brava a tal punto da farmi dimenticare tutto, sai?»
«E va bene, se proprio ci tieni… Non ho un ragazzo al momento. Contento?». La frase era un tantino generosa, visto che non aveva un vero e proprio ragazzo da parecchio tempo. Ma perché mai doveva rivelarglielo?
«L’avevo già capito. Profumi di single…», disse facendo finta di annusare l’aria.
«Disse l’uomo fidanzato… E al massimo profumo di olio di cocco», non poté trattenersi dall’aggiungere.
Ethan scoppiò a ridere. «Io, fidanzato? Ma se non mi vuole nessuna…».
Sara lo fissò con malcelato scetticismo. «Allora ci somigliamo».
Lui fece finta di rifletterci. «Non credo proprio. Il mio sesto senso mi dice infatti che c’è un uomo nella tua vita…».
Certo, come no. Persino un fidanzato immaginario sarebbe stato più dignitoso di una cotta secolare non corrisposta.
«La questione è complicata», cercò di cavarsela. Non le era ancora chiaro come fossero finiti a parlare di lei.
Lui non sembrava affatto intenzionato a mollare. «Ci credo che è complicata: sei rigida come una statua, hai problemi a spogliarti in pubblico e arrossisci quando vedi un petto nudo. Un petto nudo, Sara. Non mi sono mica tirato giù le mutande…», disse come se l’idea lo avesse sfiorato sul serio.
«E ti pregherei di continuare a non farlo», precisò lei preoccupata.
«Vedi? Diventi nervosa solo a sentire nominare la parola “mutande”. Pensa che c’è gente che prova immenso piacere a stare in spiaggia tutta nuda. Gira tranquilla in mezzo agli altri».
«Ti sembro una di loro?», chiese sarcastica.
«Assolutamente no. Ma con questa tua rigidità finisci per inviare messaggi sbagliati all’altro sesso. Nessuno oserà mai avvicinarsi se non ti sentirai a tuo agio con te stessa».
Sara lo fissò sbalordita. Come era stata possibile quell’inversione di ruoli? «L’uomo giusto troverà il modo!», esclamò cercando di mostrarsi sicura di quello che stava dicendo.
Lui la fissò ironico. «Cielo, non dirmi che credi alla favola dell’uomo giusto che supera tutti gli ostacoli per te…», disse con una punta di disgusto.
«Certo che ci credo! Tutte le donne ci credono…», puntualizzò risentita.
Lui scoppiò a ridere a crepapelle e andò avanti per un bel po’. «Per favore, una donna della tua età non può essere così ingenua!».
«La mia non è ingenuità…», provò a difendersi, ma Ethan le impedì di proseguire.
«Il tuo problema si ricollega alle famose mutande».
«Ancora con queste mutande?», chiese seccata.
«Esatto, le mutande. Una donna che ha problemi con la nudità altrui è portata a fantasticare eccessivamente sul genere maschile. Perché non ha capito cosa c’è sotto».
«Sotto le mutande?», chiese lei con un mezzo sorriso, non resistendo all’infantile tentazione di scherzare.
«Questa te l’ho servita su un piatto d’argento, in effetti. No, furbetta, intendevo cosa c’è sotto la corazza maschile».
«Perché, c’è della sostanza?», fece finta di stupirsi Sara.
«Sei davvero brava a rigirare le parole…», si complimentò. Per una volta, era positivamente colpito.
«È così che mi guadagno da vivere».
Ethan non poté fare altro che darle ragione. Ma aveva un’ultima carta da giocare. Scese dal lettino, si infilò l’accappatoio a sua volta e poi si liberò degli slip con una mossa volutamente lenta e lasciva. Fece attenzione a non svelare niente, avendo ben chiaro che bastasse il gesto a sancire la
provocazione.
«Pranzo, amministratore?», le chiese poi, come se per lui fosse qualcosa di normalissimo il mangiare con indosso solo un accappatoio. Non contento, giocò per un po’ con la cintura, il tempo necessario perché Sara arrossisse di nuovo.
Lei cercò di concentrarsi il più possibile e di far finta di niente. Ma le sue guance erano calde abbastanza da poterci cuocere un hamburger.
Immaginò di doversi ritenere fortunata che avesse deciso di tenere almeno l’accappatoio. Visto il tipo, non avrebbe avuto problemi a togliersi anche quello. «Ma certo», gli rispose seguendolo nel lounge.
Se lui non aveva problemi a girare nudo, lei avrebbe fatto di tutto per non pensare ai suoi. O almeno per nasconderli.

4 thoughts on “Tomorrow is the day!

  1. Ciao Anna!
    Oggi è il grande giorno e quindi in bocca al lupo per il tuo nuovo libro!
    Per quanto mi riguarda mi hai fatto un grosso regalo,perchè oggi è il mio compleanno e le mie amiche sapendo la passione che ho per te hanno avuto scelta facile nel farmi il regalo! 😉
    Non vedo l’ora di cominciare la lettura!
    Un bacio

  2. ciao Anna, ho finito di leggere il tuo ultimo libro…tutto d’un fiato..e volevo dirti grazie….grazie per questa tua nuova “chicca”. Susy

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